Siate i primi

Fossero solo queste le cose che non capiamo, saremmo davvero a buon punto. Non capire la resurrezione è infatti ancora comprensibile. Prima di giungere a questo, c’è ben altro da capire: il dolore, la miseria, la violenza, l’idiozia, la morte. Abbiamo paura di fare domande perché non capiamo. Non solo: abbiamo paura di non essere capiti. Ecco perché chi ha davvero bisogno difficilmente chiede. Bisogna essere i primi a offrire aiuto, a compiere il primo passo senza aspettare che l’altro abbia il coraggio di chiedere. Se uno vuole essere il primo, sia l’ultimo di tutti e il servitore di tutti. Ma è anche vero che chi vuole essere il servitore dev’essere il primo a offrire aiuto. In ogni caso io chiedo, senza paura. Vi chiedo di far circolare l’appello che trovate qui di seguito. Tante volte la gente cerca occasioni sicure per inviare un aiuto ma ha paura d’essere ingannata. Spiegate, raccontate, “postate”, comunicate senza paura né vergogna. Aiutate le persone a fare del bene, a compiere opere di misericordia. “Chi accoglie uno solo di questi bambini nel mio nome, accoglie me”.

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Mc 9,30-37  Gesù e i suoi discepoli attraversavano la Galilea, ma egli non voleva che alcuno lo sapesse. Insegnava infatti ai suoi discepoli e diceva loro: «Il Figlio dell’uomo viene consegnato nelle mani degli uomini e lo uccideranno; ma, una volta ucciso, dopo tre giorni risorgerà». Essi però non capivano queste parole e avevano timore di interrogarlo.
Giunsero a Cafàrnao. Quando fu in casa, chiese loro: «Di che cosa stavate discutendo per la strada?». Ed essi tacevano. Per la strada infatti avevano discusso tra loro chi fosse più grande. Sedutosi, chiamò i Dodici e disse loro: «Se uno vuole essere il primo, sia l’ultimo di tutti e il servitore di tutti».
E, preso un bambino, lo pose in mezzo a loro e, abbracciandolo, disse loro: «Chi accoglie uno solo di questi bambini nel mio nome, accoglie me; e chi accoglie me, non accoglie me, ma colui che mi ha mandato».