I frutti

Lo sappiamo bene, anche se viviamo non tenendone conto. Sono le azioni, non le dichiarazioni, a dire chi siamo davvero. L’azione è il frutto che viene dalla linfa del cuore. Ma, forzando l’immagine, noi siamo alberi strani. Produciamo ad un tempo, sullo stesso ramo, frutti buoni e frutti cattivi. Siamo alberi mutanti, e possiamo noi stessi decidere che frutto dare, come agire. Nella stessa giornata compiamo opere sante e dannate, siamo d’esempio e di scandalo. È questa la vita umana. È questo il Timor di Dio: aver paura di divenire un albero velenoso e non poter più tornare buono. Bisogna accorgersi in tempo di ciò che si frutta, scorgere in tempo i rami cattivi e cercare di mutarne i frutti in buoni. Perché è proprio questa la libertà: sapere di poter cambiare in peggio ma pure in meglio. Per questo mai bisogna scoraggiare chi ha sbagliato. Quel ramo cattivo ha solo bisogno di luce. E Dio è luce. Dio è amore. Vieni Spirito Santo, sana le nostre ferite col balsamo del tuo amore.

Mt 7,15-20     Gesù disse ai suoi discepoli:
«Guardatevi dai falsi profeti, che vengono a voi in veste di pecore, ma dentro sono lupi rapaci! Dai loro frutti li riconoscerete.
Si raccoglie forse uva dagli spini, o fichi dai rovi? Così ogni albero buono produce frutti buoni e ogni albero cattivo produce frutti cattivi; un albero buono non può produrre frutti cattivi, né un albero cattivo produrre frutti buoni. Ogni albero che non dà buon frutto viene tagliato e gettato nel fuoco. Dai loro frutti dunque li riconoscerete».