Dove vai?

Nella Bibbia l’occhio è spesso il simbolo del desiderio, dell’obiettivo prefissato, del fine che si vuole raggiungere. Gesù chiedeva sempre alla gente cosa desideri? Lo chiedeva perché non sempre sappiamo davvero cosa vogliamo. La sua domanda aiutava a togliere ogni pulviscolo, a vedere più chiaramente nel cuore, a conoscere un po’ meglio se stessi. Cosa voglio, a cosa miro, dove vado? Se fisso le travi del soffitto, se non ho grandi desideri, se non guardo più in là del mio naso, come posso credere di aiutare l’altro a vederci chiaramente, togliendo pagliuzze e imperfezioni dai suoi orizzonti? Eppure, pur non avendo chiari obiettivi, dispensiamo di continuo consigli di vita. Ciechi che guidano altri ciechi. La guida migliore è chi sa di non vedere tutto. La più pericolosa è quella che crede d’esser meglio del suo maestro.

Lc 6,39-42 Gesù disse ai suoi discepoli una parabola:
«Può forse un cieco guidare un altro cieco? Non cadranno tutti e due in un fosso? Un discepolo non è più del maestro; ma ognuno, che sia ben preparato, sarà come il suo maestro.
Perché guardi la pagliuzza che è nell’occhio del tuo fratello e non ti accorgi della trave che è nel tuo occhio? Come puoi dire al tuo fratello: “Fratello, lascia che tolga la pagliuzza che è nel tuo occhio”, mentre tu stesso non vedi la trave che è nel tuo occhio? Ipocrita! Togli prima la trave dal tuo occhio e allora ci vedrai bene per togliere la pagliuzza dall’occhio del tuo fratello».