
Aveva appena inviato settantadue discepoli a due a due avanti a sé. Trentasei coppie di predicatori. Tre volte dodici, il numero sacro di Israele. Insomma: massimo impegno, motori avanti tutta. Dà indicazioni precise su stile, bagaglio e comportamento in caso di accoglienza o rifiuto. E poi ecco le parole che leggiamo oggi, quasi un presentimento: i più lontani sono i più vicini, chi riceve meno segni se li fa bastare per convertirsi e credere. Ciò a vergogna di chi, cresciuto in mezzo a prodigi, ancora dubita tiepido e non agisce. Perché, ricordiamolo sempre, il vangelo è una morale, cioè un’indicazione di comportamento. Leggere la Parola non basta, bisogna ,”farla”.
Lc 10,13-16 Gesù disse:
«Guai a te, Corazìn, guai a te, Betsàida! Perché, se a Tiro e a Sidòne fossero avvenuti i prodigi che avvennero in mezzo a voi, già da tempo, vestite di sacco e cosparse di cenere, si sarebbero convertite. Ebbene, nel giudizio, Tiro e Sidòne saranno trattate meno duramente di voi.
E tu, Cafàrnao, sarai forse innalzata fino al cielo? Fino agli inferi precipiterai!
Chi ascolta voi ascolta me, chi disprezza voi disprezza me. E chi disprezza me, disprezza colui che mi ha mandato».
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