Santa famiglia

Vorrei sapere dei tuoi sogni, Giuseppe. In tutti i vangeli non dici una parola e gli unici che ti parlano sono angeli in sogno. E tu li ascolti e, ascoltandoli, accogli Maria, salvi Gesù bambino, fuggi, ritorni, fai casa. Ci sono ancora uomini che sognano? E cosa sognano? Se è vero che spesso nei sogni emerge l’inconscio, cosa avevi nel tuo profondo, Giuseppe? Forse un paradiso di angeli. E noi sempre così calcolatori, passiamo il tempo a darci il voto, a discutere delle apparenze. Ormai perfino cancelliamo le finali ai sostantivi, perché non si discriminino donne e uomini, maschile e femminile. A tanto dobbiamo giungere, perché tanto poca è la capacità d’amarsi, capirsi e completarsi. Sì, basterebbe amarsi e saremmo una sola grande santa famiglia di Nazareth. Un uomo, una donna, un bambino. E angeli nel cuore ad aiutarli a capirsi, a sorridersi l’un l’altro nelle difficoltà.

Santa Famiglia Mt 2 I magi erano appena partiti, quando un angelo del Signore apparve in sogno a Giuseppe e gli disse: «Àlzati, prendi con te il bambino e sua madre, fuggi in Egitto e resta là finché non ti avvertirò: Erode infatti vuole cercare il bambino per ucciderlo».
Egli si alzò, nella notte, prese il bambino e sua madre e si rifugiò in Egitto, dove rimase fino alla morte di Erode, perché si compisse ciò che era stato detto dal Signore per mezzo del profeta: «Dall’Egitto ho chiamato mio figlio».
Morto Erode, ecco, un angelo del Signore apparve in sogno a Giuseppe in Egitto e gli disse: «Àlzati, prendi con te il bambino e sua madre e va’ nella terra d’Israele; sono morti infatti quelli che cercavano di uccidere il bambino».
Egli si alzò, prese il bambino e sua madre ed entrò nella terra d’Israele. Ma, quando venne a sapere che nella Giudea regnava Archelao al posto di suo padre Erode, ebbe paura di andarvi. Avvertito poi in sogno, si ritirò nella regione della Galilea e andò ad abitare in una città chiamata Nàzaret, perché si compisse ciò che era stato detto per mezzo dei profeti: «Sarà chiamato Nazareno».