I magi

Offrirono tre doni, ma quanti erano loro, i Magi, non lo sappiamo. Forse partirono in molti ed arrivarono a Betlemme in pochi. È tanto facile scoraggiarsi, lasciar spegnere l’entusiasmo e smettere di camminare. Almeno imparassimo a concludere, a lasciarci salutando, decidendo di dire basta. Macché, si smette semplicemente, si tace, non si cammina più, non si parla più. Ci si stacca dal gruppo e si sparisce. Forse invece i Magi alla partenza non erano che tre o quattro, magari derisi o salutati da un “buona fortuna” carico di sarcasmo. Non sempre si viene capiti quando si segue la propria voce interiore. Ma se si attende il consenso, non si parte mai. Poi, strada facendo, qualcuno si unisce. Chi segue una stella, chi cerca la luce, è contagioso. Dunque in cammino! Più che il numero, conta la mèta. Arriva solo chi sa dove andare. Gli altri girano su se stessi come trottole.

Mt 2,1-12 Nato Gesù a Betlemme di Giudea, al tempo del re Erode, ecco, alcuni Magi vennero da oriente a Gerusalemme e dicevano: «Dov’è colui che è nato, il re dei Giudei? Abbiamo visto spuntare la sua stella e siamo venuti ad adorarlo». All’udire questo, il re Erode restò turbato e con lui tutta Gerusalemme. Riuniti tutti i capi dei sacerdoti e gli scribi del popolo, si informava da loro sul luogo in cui doveva nascere il Cristo. Gli risposero: «A Betlemme di Giudea, perché così è scritto per mezzo del profeta: “E tu, Betlemme, terra di Giuda, non sei davvero l’ultima delle città principali di Giuda: da te infatti uscirà un capo che sarà il pastore del mio popolo, Israele”».
Allora Erode, chiamati segretamente i Magi, si fece dire da loro con esattezza il tempo in cui era apparsa la stella e li inviò a Betlemme dicendo: «Andate e informatevi accuratamente sul bambino e, quando l’avrete trovato, fatemelo sapere, perché anch’io venga ad adorarlo».
Udito il re, essi partirono. Ed ecco, la stella, che avevano visto spuntare, li precedeva, finché giunse e si fermò sopra il luogo dove si trovava il bambino. Al vedere la stella, provarono una gioia grandissima. Entrati nella casa, videro il bambino con Maria sua madre, si prostrarono e lo adorarono. Poi aprirono i loro scrigni e gli offrirono in dono oro, incenso e mirra. Avvertiti in sogno di non tornare da Erode, per un’altra strada fecero ritorno al loro paese.