Entusiasmo?

Quando qualcuno di altra religione manifesta apertamente il suo credo, le sue feste e le sue regole, siamo sempre tremendamente goffi. Per timore di risultare intolleranti come alcuni che sbagliano, assumiamo un atteggiamento di simpatia che spesso scivola in  vera e propria partecipazione e coinvolgimento interiore. Ognuno è libero di mostrare più interesse per la religione altrui che per la propria. Ma la domanda resta ed è proprio questa: a noi il vangelo piace davvero? Gesù di Nazareth ci incanta sì o no? È bello e fine procurare cibo adatto a chi non può mangiare questo e quello perché Dio non glielo permette. Ma – accidenti! – lo leggiamo il vangelo qui sotto? Siamo l’unica religione che non vieta cibo e che viceversa ne impone la distribuzione. Ne siamo orgogliosi? Siamo consapevoli che Gesù ci ha liberato da tutte le irrazionali regole religiose  dandoci l’unico comando dell’amore? Divieti alimentari, caste, circoncisione, esclusione della donna dalla preghiera pubblica, ripudio unilaterale della moglie, sono solo alcune delle regole di Israele che Gesù superò pagando con la vita. L’hanno ammazzato per questo, l’abbiamo capito? Siamo o non siamo orgogliosi di seguire un uomo tanto moderno? Quelli che protestano contro la festa di fine Ramadan e quelli che invece vi partecipano, dove saranno il 18 maggio? Saranno tutti in preghiera ad accendere fuochi nelle piazze nella veglia di Pentecoste? Perché il fatto è che se ami qualcuno, si deve capire che ne sei entusiasta.

Gv 6,1-15   Gesù passò all’altra riva del mare di Galilea, cioè di Tiberìade, e lo seguiva una grande folla, perché vedeva i segni che compiva sugli infermi. Gesù salì sul monte e là si pose a sedere con i suoi discepoli. Era vicina la Pasqua, la festa dei Giudei.
Allora Gesù, alzàti gli occhi, vide che una grande folla veniva da lui e disse a Filippo: «Dove potremo comprare il pane perché costoro abbiano da mangiare?». Diceva così per metterlo alla prova; egli infatti sapeva quello che stava per compiere. Gli rispose Filippo: «Duecento denari di pane non sono sufficienti neppure perché ognuno possa riceverne un pezzo».
Gli disse allora uno dei suoi discepoli, Andrea, fratello di Simon Pietro: «C’è qui un ragazzo che ha cinque pani d’orzo e due pesci; ma che cos’è questo per tanta gente?». Rispose Gesù: «Fateli sedere». C’era molta erba in quel luogo. Si misero dunque a sedere ed erano circa cinquemila uomini.
Allora Gesù prese i pani e, dopo aver reso grazie, li diede a quelli che erano seduti, e lo stesso fece dei pesci, quanto ne volevano. E quando furono saziati, disse ai suoi discepoli: «Raccogliete i pezzi avanzati, perché nulla vada perduto». Li raccolsero e riempirono dodici canestri con i pezzi dei cinque pani d’orzo, avanzati a coloro che avevano mangiato.
Allora la gente, visto il segno che egli aveva compiuto, diceva: «Questi è davvero il profeta, colui che viene nel mondo!». Ma Gesù, sapendo che venivano a prenderlo per farlo re, si ritirò di nuovo sul monte, lui da solo.

PS Pentecoste sarà il 19 maggio