Aveva 28 anni ed era il 1766. Dimostrò razionalmente che infliggere al colpevole una sofferenza fine a se stessa non porta a nulla. Dobbiamo molto al milanese Cesare Beccaria. Forse qualche parlamentare dovrebbe tornare a studiarlo in questi tempi in cui, sempre più spesso e senza vergogna, si torna a sentire tanfo di fascismo. In ogni uomo è scritto il desiderio santo di riparare il male con il bene, di donare ai poveri e restituire ciò che si è rubato. Saremmo tutti Zaccheo, se solo qualcuno credesse ancora in noi, se solo un uomo ci chiedesse di fermarsi a casa nostra anziché isolarci in una gabbia di solitudine.
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