
“Agosto, moglie mia non ti conosco”. Con pari banalità i discepoli risposero a Gesù che, invece, aveva preso sul serio la domanda su matrimonio e mogli abbandonate. Meglio non sposarsi, gli avevano replicato. Lui aveva approfittato: ci sono alcuni che non si sposano per il regno di Dio. Essi hanno ricevuto un dono che consente loro di vivere soli, non sposati, divenendo così simbolo in terra dell’assoluto. Un dono che possono scegliere di far sfociare nella consacrazione in solitudine. Un dono che – come tutti i doni – non ci si può dare da sé, né può essere imposto da altri. NB: il divieto di matrimonio, imposto ai sacerdoti cattolici di rito occidentale, col Concilio di Trento, non deriva da questo testo di Vangelo (che non obbliga affatto gli apostoli al celibato!) ma deriva da scelte di necessità storica che, essendo tali, potrebbero essere riviste. Attualmente la rigidità di questa imposizione, per la quale chi desidera farsi prete, automaticamente viene reso “eunuco“, è oggetto di discussione e confronto su proposta dello stesso Vescovo di Roma, Francesco.