
Il bambino, sentendosi amato, si fida dei genitori senza dubitare. Si orienta con i loro “sì” e “no”, senza che gliene debba essere spiegata la ragione. Più tardi ne chiederà conto, facendo suoi i princìpi ricevuti o prendendone le distanze. Così è la legge di Dio: resta sempre vera e non è da abolire. Con i suoi comandi, divieti e prescrizioni, con le sue sante abitudini da non discutere, educa i primi tempi di una vita di fede. Poi, quando l’animo è adulto, rispettare i comandamenti non appaga più. Essi sbocciano divenendo vangelo. Allora non si agisce più per paura di peccare, ma per desiderio d’amare. Ma povero colui al quale non si insegnano le regole della fede, a cui ci si limita a dire che “l’importante è volersi bene, così come te la senti”. Egli è come il bimbo i cui genitori, imbarazzati a dir dei no, lasciano scegliere tutto come se fosse già adulto. Rimarrà instabile in ogni sua scelta, ed anche la più bella avrà la durata di una nuvola in cielo.
