
Parlò loro di molte cose con parabole. Ancora ci parla, con fatti parabolici. Oggi iniziamo il lungo viaggio per Timor Est. Ogni viaggio è una parabola del viaggio maggiore, quello della vita. Al mio primo viaggio, nel 2016, lo scalo era uno. Praticamente un volo diretto. Ora gli scali saranno quattro e i giorni necessari li scopriremo strada facendo. È la parabola di un mondo che aumenta le velocità ma pure le distanze. Un mondo dove i poveri sono sempre più poveri e sempre meno raggiungibili. L’interesse per chi ha bisogno sboccia in fretta, ma altrettanto velocemente si secca, mangiato e soffocato da altri fatti. Ma noi non vogliamo dimenticare chi ci aspetta e conta su di noi. Raggiungeremo quella piccola isola, microcosmo parabolico del vastissimo mondo dei poveri.
Mt 13,1-9 Quel giorno Gesù uscì di casa e sedette in riva al mare. Si radunò attorno a lui tanta folla che egli salì su una barca e si mise a sedere, mentre tutta la folla stava sulla spiaggia.
Egli parlò loro di molte cose con parabole. E disse: «Ecco, il seminatore uscì a seminare. Mentre seminava, una parte cadde lungo la strada; vennero gli uccelli e la mangiarono. Un’altra parte cadde sul terreno sassoso, dove non c’era molta terra; germogliò subito, perché il terreno non era profondo, ma quando spuntò il sole, fu bruciata e, non avendo radici, seccò. Un’altra parte cadde sui rovi, e i rovi crebbero e la soffocarono. Un’altra parte cadde sul terreno buono e diede frutto: il cento, il sessanta, il trenta per uno. Chi ha orecchi, ascolti».