Incontrarsi

da Dili, TIMOR EST         Morto e sepolto, si dice, e probabilmente l’aveva detto anche Erode. Ma si sbagliava. Si sbagliava perché nessuno può essere cancellato e, prima o poi, lo trovi che ti pianta addosso gli occhi, fossero anche quelli della tua coscienza in un sogno tormentato. Questo ci dà anche speranza: nessuno è perso per sempre. Rivedremo tutti. Lo sto sperimentando in questi giorni. Da quando sono atterrato domenica scorsa, la mia unica attività è stata incontrare tutti quelli con cui, in trentun mesi di distanza forzata, ho mantenuto un legame quotidiano online (benedetto sia whatsapp). Ho visto formarsi famiglie, nascere e morire bambini, laurearsi giovani universitari. La distanza geografica, pandemica e culturale, nulla ha potuto contro l’amore. Abbracciarsi e mangiare insieme è davvero risorgere. E il ritornello è uno: “padre iha tempu, bele hasoru”, se hai tempo ci possiamo incontrare.

Mt 14,1-12        Al tetrarca Erode giunse notizia della fama di Gesù. Egli disse ai suoi cortigiani: «Costui è Giovanni il Battista. È risorto dai morti e per questo ha il potere di fare prodigi!».
Erode infatti aveva arrestato Giovanni e lo aveva fatto incatenare e gettare in prigione a causa di Erodìade, moglie di suo fratello Filippo. Giovanni infatti gli diceva: «Non ti è lecito tenerla con te!». Erode, benché volesse farlo morire, ebbe paura della folla perché lo considerava un profeta. Quando fu il compleanno di Erode, la figlia di Erodìade danzò in pubblico e piacque tanto a Erode che egli le promise con giuramento di darle quello che avesse chiesto. Ella, istigata da sua madre, disse: «Dammi qui, su un vassoio, la testa di Giovanni il Battista».
Il re si rattristò, ma a motivo del giuramento e dei commensali ordinò che le venisse data e mandò a decapitare Giovanni nella prigione. La sua testa venne portata su un vassoio, fu data alla fanciulla e lei la portò a sua madre.
I suoi discepoli si presentarono a prendere il cadavere, lo seppellirono e andarono a informare Gesù.

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