
da Maquili, ATAÙRO, TIMOR EST Che bella questa ragazzina di Maquili, pronta a cogliere il momento propizio. Quando il mare cala assieme al sole, la sera, e scopre le rocce fumanti di “bee manas”, acqua calda. Allora si va a staccare dalle pietre minuscole lumache di mare e le si immerge nelle pozze bollenti, a cuocere. Poi, con un colpo più veloce del calore, si recupera il cibo contenti. È l’occasione di mangiare qualcosa e di giocare ad un tempo. Sono attimi che seminano nel cuore di questi bambini una parola ai nostri ormai sconosciuta: semplicità. Come la povera Salomè, i nostri sono immersi troppo presto nel ribollire della vita adulta, fatta d’apparenza e commensali giudicanti. Qui invece la vita è spesso breve e non offre molti appoggi. Si impara a stare in equilibrio sui sassi scivolosi, sapendo d’esser sempre appesi a un filo, come quello di cotone che la bimba porta al collo. Nel 2018 portai qui delle crocine, acquistate anni prima in un carcere boliviano. Non mi aspettavo di rivederle lì dove le avevo lasciate, sul cuore dei bambini. Perché, in fondo, altro non hanno che la croce della miseria fatta d’alimentazione scarsa, di scuola lontana ore di cammino sugli scogli, con il mostro del consumismo che li attende all’altra sponda, a Dili, per decapitarne l’innocenza con un colpo di internet. Eppure, non mento, non mi hanno chiesto nulla se non che di salutarvi.
Martirio Giovanni Battista Mc 6,17-29 Erode aveva mandato ad arrestare Giovanni e lo aveva messo in prigione a causa di Erodìade, moglie di suo fratello Filippo, perché l’aveva sposata. Giovanni infatti diceva a Erode: «Non ti è lecito tenere con te la moglie di tuo fratello». Per questo Erodìade lo odiava e voleva farlo uccidere, ma non poteva, perché Erode temeva Giovanni, sapendolo uomo giusto e santo, e vigilava su di lui; nell’ascoltarlo restava molto perplesso, tuttavia lo ascoltava volentieri.
Venne però il giorno propizio, quando Erode, per il suo compleanno, fece un banchetto per i più alti funzionari della sua corte, gli ufficiali dell’esercito e i notabili della Galilea. Entrata la figlia della stessa Erodìade, danzò e piacque a Erode e ai commensali. Allora il re disse alla fanciulla: «Chiedimi quello che vuoi e io te lo darò». E le giurò più volte: «Qualsiasi cosa mi chiederai, te la darò, fosse anche la metà del mio regno». Ella uscì e disse alla madre: «Che cosa devo chiedere?». Quella rispose: «La testa di Giovanni il Battista». E subito, entrata di corsa dal re, fece la richiesta, dicendo: «Voglio che tu mi dia adesso, su un vassoio, la testa di Giovanni il Battista». Il re, fattosi molto triste, a motivo del giuramento e dei commensali non volle opporle un rifiuto.
E subito il re mandò una guardia e ordinò che gli fosse portata la testa di Giovanni. La guardia andò, lo decapitò in prigione e ne portò la testa su un vassoio, la diede alla fanciulla e la fanciulla la diede a sua madre. I discepoli di Giovanni, saputo il fatto, vennero, ne presero il cadavere e lo posero in un sepolcro.