
Anche lui, Gesù, si trovò ad affrontare il mistero della libertà degli uomini. Si chiese come mai lo rifiutassero e cercò di darsi una risposta: quante volte ho voluto, ma voi non avete voluto! Quante volte anche noi ce lo chiediamo: perché fanno questo? Perché dicono queste cose? Sì certo, ormai sembra che non ci sia più un verso giusto e uno sbagliato. Ci sentiamo tutti obbligati a dire che ognuno fa della sua vita ciò che vuole e nessuno gli può dire “ma che fai?” perché tutto è sempre okay. Così facendo costruiamo un mondo in cui non ci si chiede più nulla l’uno all’altro, né il perché né il percome delle scelte, e ci sentiamo soli come in una casa abbandonata. Viaggiamo accanto ad altri lunghe ore, nel cammino della vita, forse potremmo andare oltre ad un imbarazzato “salve” e iniziare a conoscerci.
Lc 13,31-35 In quel momento si avvicinarono a Gesù alcuni farisei a dirgli: «Parti e vattene via di qui, perché Erode ti vuole uccidere».
Egli rispose loro: «Andate a dire a quella volpe: “Ecco, io scaccio demòni e compio guarigioni oggi e domani; e il terzo giorno la mia opera è compiuta. Però è necessario che oggi, domani e il giorno seguente io prosegua nel cammino, perché non è possibile che un profeta muoia fuori di Gerusalemme”.
Gerusalemme, Gerusalemme, tu che uccidi i profeti e lapidi quelli che sono stati mandati a te: quante volte ho voluto raccogliere i tuoi figli, come una chioccia i suoi pulcini sotto le ali, e voi non avete voluto! Ecco, la vostra casa è abbandonata a voi! Vi dico infatti che non mi vedrete, finché verrà il tempo in cui direte: “Benedetto colui che viene nel nome del Signore!”».