
Che tutto abbia un prezzo è verissimo, nel senso che tutto ha una conseguenza. Non c’è azione, parola né pensiero che non produca il suo effetto, magari lontano nel tempo e nello spazio. Dunque sì, tutto ha valore. Ma non necessariamente in denaro. Monetizzare ogni cosa è davvero triste e, ironia della sorte, molto molto caro. Costa infatti la perdita del senso di gratuità. Almeno i bimbi la conoscono ancora? Ieri un mio alunno, più alto di me ma col cuore di bambino, sporgendosi sul banco mi ha allungato una moneta: “Per lei prof”. Per me? Perché? “Perché sì, così si compra la merenda”. La gratuità non ha motivo, altrimenti è prezzo, è paga. Siamo servi inutili, cioè senza un utile. Non agiamo sempre e solo per moneta. A volte riusciamo ad essere gratuiti. Come il cielo.
Lc 17,7-10
In quel tempo, Gesù disse:
«Chi di voi, se ha un servo ad arare o a pascolare il gregge, gli dirà, quando rientra dal campo: “Vieni subito e mettiti a tavola”? Non gli dirà piuttosto: “Prepara da mangiare, strìngiti le vesti ai fianchi e sérvimi, finché avrò mangiato e bevuto, e dopo mangerai e berrai tu”? Avrà forse gratitudine verso quel servo, perché ha eseguito gli ordini ricevuti?
Così anche voi, quando avrete fatto tutto quello che vi è stato ordinato, dite: “Siamo servi inutili. Abbiamo fatto quanto dovevamo fare”». Servi inutili https://lalocandadellaparola.com/2022/10/01/servi-inutili-2/