
Ritorna il racconto del dubbio di Giovanni, questa volta nella versione di Luca. Pur essendo stato lui a raccontarci nei particolari la nascita di Giovanni da Elisabetta e Zaccaria, non si sofferma a lungo sulla sua uccisione in carcere tanto che è difficile, da questa pagina, capire se Giovanni parla da una cella o in libertà. Il dubbio di fede di un prigioniero ci pare più naturale, mentre immaginarci un Battista libero che vacilla ci viene difficile. In ogni caso, chi non è prigioniero almeno di una paura, di un vizio o di una malattia? A maggior ragione, allora, con Giovanni poniamo la domanda: è Gesù colui che ci salva o ne dobbiamo attendere un altro? Immaginiamo per un attimo che Gesù non esista. Ci cambierebbe qualcosa? Riusciremmo ancora tranquillamente ad orientarci nelle nostre scelte quotidiane? È lui o un altro?
Lc 7,19-23 Giovanni chiamati due dei suoi discepoli li mandò a dire al Signore: «Sei tu colui che deve venire o dobbiamo aspettare un altro?».
Venuti da lui, quegli uomini dissero: «Giovanni il Battista ci ha mandati da te per domandarti: “Sei tu colui che deve venire o dobbiamo aspettare un altro?”».
In quello stesso momento Gesù guarì molti da malattie, da infermità, da spiriti cattivi e donò la vista a molti ciechi. Poi diede loro questa risposta: «Andate e riferite a Giovanni ciò che avete visto e udito: i ciechi riacquistano la vista, gli zoppi camminano, i lebbrosi sono purificati, i sordi odono, i morti risuscitano, ai poveri è annunciata la buona notizia. E beato è colui che non trova in me motivo di scandalo!».