
Ed è già Pasqua, è cioè già condanna, è già sangue. Perché è così l’umanità, fratricida dall’origine, da quando Caino irrigò la terra col sangue di Abele. Da allora si uccide credendo di fare cosa buona, credendo di farlo per Dio. Stefano morì per Dio. Cioè a causa di un dio in cui gli altri dicevano di credere. Ma morì anche per il Dio di Gesù, per amore di Gesù. Un giovane teneva i mantelli di quelli che lapidavano il suo coetaneo Stefano. Così erano più leggeri e liberi e non sarebbero tornati a casa macchiati di sangue. Ma il ricordo di Stefano restò indelebile in Saulo. Perché mi perseguiti?, si sentirà chiedere un giorno dallo stesso Gesù a cui Stefano, morendo, aveva affidato il proprio spirito. Diverrà Paolo di Tarso, l’apostolo delle genti.
Santo Stefano primo martire At 6 Stefano, pieno di grazia e di potenza, faceva grandi prodigi e segni tra il popolo. Allora alcuni della sinagoga detta dei Liberti, dei Cirenei, degli Alessandrini e di quelli della Cilìcia e dell’Asia, si alzarono a discutere con Stefano, ma non riuscivano a resistere alla sapienza e allo Spirito con cui egli parlava. E così sollevarono il popolo, gli anziani e gli scribi, gli piombarono addosso, lo catturarono e lo condussero davanti al Sinedrio.
Tutti quelli che sedevano nel Sinedrio, udendo le sue parole, erano furibondi in cuor loro e digrignavano i denti contro Stefano. Ma egli, pieno di Spirito Santo, fissando il cielo, vide la gloria di Dio e Gesù che stava alla destra di Dio e disse: «Ecco, contemplo i cieli aperti e il Figlio dell’uomo che sta alla destra di Dio».
Allora, gridando a gran voce, si turarono gli orecchi e si scagliarono tutti insieme contro di lui, lo trascinarono fuori della città e si misero a lapidarlo. E i testimoni deposero i loro mantelli ai piedi di un giovane, chiamato Saulo. E lapidavano Stefano, che pregava e diceva: «Signore Gesù, accogli il mio spirito». Poi piegò le ginocchia e gridò a gran voce: «Signore, non imputare loro questo peccato». Detto questo, morì.