
Non disconobbe mai sua madre, i suoi fratelli e le sue sorelle, così come non chiese di farlo a chi voleva e vuole seguirlo. Gesù non chiede di abbandonare o declassare nessuno. Quindi non disconobbe i suoi, ma considerò suoi tutti quelli che volevano seguire Dio: Chiunque fa la volontà di Dio è mio fratello, sorella e madre. I legami di fraternità vanno alimentati, lo sappiamo bene. Non basta essere nati fratelli, bisogna rimanerlo. Così è con Gesù di Nazareth. Nel battesimo siamo nati suoi fratelli e sorelle, ma dobbiamo rimanere tali. Praticando ciò che il vangelo ci indica, noi restiamo fratelli e sorelle di Gesù. Diversamente, lo saremo ma solo di nome. Non sarà una fraternità gustata, avvertita in ogni istante. Sapremo sì di avere un fratello di nome Gesù, come potremmo avere un fratello lontano che sentiamo ogni tanto. Ma vivere la fraternità quotidiana con lui è tutt’altra cosa.
Mc 3,31-35 Giunsero la madre di Gesù e i suoi fratelli e, stando fuori, mandarono a chiamarlo.
Attorno a lui era seduta una folla, e gli dissero: «Ecco, tua madre, i tuoi fratelli e le tue sorelle stanno fuori e ti cercano».
Ma egli rispose loro: «Chi è mia madre e chi sono i miei fratelli?». Girando lo sguardo su quelli che erano seduti attorno a lui, disse: «Ecco mia madre e i miei fratelli! Perché chi fa la volontà di Dio, costui per me è fratello, sorella e madre».