Come onde

Dicono che i prigionieri, nei campi di concentramento, prima di mangiare bevevano il più possibile per aumentare il senso di sazietà. Una sensazione che non poteva sostituire il vero nutrimento. Potremmo avere un mare di cose; potremmo vivere esperienze forti, una dopo l’altra, come onde: se non ci nutriamo davvero, cosa rimane? Tutto è come un castello di sabbia. Chi non mangia me non ha in sé la vita, non ha il vero nutrimento. È il Vangelo ciò che nutre, è il rapporto personale con Gesù risorto che dà stabilità e forza interiore ad ogni attimo di vita.

Gv 6,52-59 i Giudei si misero a discutere aspramente fra loro: «Come può costui darci la sua carne da mangiare?».
Gesù disse loro: «In verità, in verità io vi dico: se non mangiate la carne del Figlio dell’uomo e non bevete il suo sangue, non avete in voi la vita. Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue ha la vita eterna e io lo risusciterò nell’ultimo giorno. Perché la mia carne è vero cibo e il mio sangue vera bevanda.
Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue rimane in me e io in lui. Come il Padre, che ha la vita, ha mandato me e io vivo per il Padre, così anche colui che mangia me vivrà per me.
Questo è il pane disceso dal cielo; non è come quello che mangiarono i padri e morirono. Chi mangia questo pane vivrà in eterno».
Gesù disse queste cose, insegnando nella sinagoga a Cafàrnao.