
Tutti quelli che dicono di agire in nome di Dio, credono fermamente di essere nel giusto e di rendergli culto. Se dubitassero di sé stessi anche un solo istante, agirebbero con meno presunzione e con più timor di Dio. Gesù lo dice chiaro ai suoi: si può anche uccidere credendo, uccidere perché si crede. Ma è un credere sbagliato. Occorre lo Spirito della verità, lo Spirito di Dio che istruisce il cuore. E la prima cosa da sapere, direbbe Socrate, è proprio saper di non sapere. Noi non sappiamo nulla degli altri e di Dio. Se parliamo o agiamo in suo nome, facciamolo in punta di piedi, con voce tremante, mai con la verità in tasca. Siamo tutti in cammino, tutti cercatori.
Gv 15,26-16,4 disse Gesù ai suoi discepoli:
«Quando verrà il Paràclito, che io vi manderò dal Padre, lo Spirito della verità che procede dal Padre, egli darà testimonianza di me; e anche voi date testimonianza, perché siete con me fin dal principio.
Vi ho detto queste cose perché non abbiate a scandalizzarvi. Vi scacceranno dalle sinagoghe; anzi, viene l’ora in cui chiunque vi ucciderà crederà di rendere culto a Dio. E faranno ciò, perché non hanno conosciuto né il Padre né me. Ma vi ho detto queste cose affinché, quando verrà la loro ora, ve ne ricordiate, perché io ve l’ho detto».