
Vale anche tra noi: a volte è bene se ce ne andiamo. Non si tratta di allontanarsi o abbandonare chi amiamo. Si tratta però di dare spazio e fidarsi: ce la può fare anche senza di me, anche senza che stia così vicino. Ci sono situazioni in cui gli altri necessitano la nostra vicinanza e assistenza continua. Periodi di forte crisi e solitudine personale richiedono un surplus di energia da parte di chi vuole aiutare. Poi viene il tempo del ritorno alla normalità: il gesso è tolto, le stampelle lasciate, occorre dare spazio e ritirarsi dal ruolo di assistenza che le circostanze ci avevano richiesto. È bene per voi che io me ne vada, perché, se non me ne vado, non verrà a voi il Paràclito. Lo Spirito infatti agisce in ognuno di noi, rendendoci capaci di ritrovare in noi stessi le forze necessarie. Occorre amore per stare vicini a chi soffre. Ne serve altrettanto per riprendere una certa distanza da chi ha sofferto e lasciare che questa sofferenza porti frutti, divenendo maturità.
Gv 16,5-11 disse Gesù ai suoi discepoli:
«Ora vado da colui che mi ha mandato e nessuno di voi mi domanda: “Dove vai?”. Anzi, perché vi ho detto questo, la tristezza ha riempito il vostro cuore.
Ma io vi dico la verità: è bene per voi che io me ne vada, perché, se non me ne vado, non verrà a voi il Paràclito; se invece me ne vado, lo manderò a voi.
E quando sarà venuto, dimostrerà la colpa del mondo riguardo al peccato, alla giustizia e al giudizio. Riguardo al peccato, perché non credono in me; riguardo alla giustizia, perché vado al Padre e non mi vedrete più; riguardo al giudizio, perché il principe di questo mondo è già condannato».
