
Il problema non era tanto credere che quel loro compaesano fosse il Messia, ma accettare che fosse diverso dalle loro aspettative. Avevano infatti ben chiaro che il Messia sarebbe stato tutto per loro, che avrebbe rinsaldato la loro identità nazionale, distinguendoli ancora di più dalle altre genti. Lui invece si dichiarava un Messia sconfinante, intenzionato a far partecipare tutti i popoli alla santità di Israele. Questo però non corrispondeva alle attese. Lo presero a sassate. Gli altri non abbiamo problemi ad accoglierli, possiamo aprire d’impeto le nostre case persino ai profughi di guerra, ma è dopo che sorgono gli attriti. Forse non ne siamo consapevoli, ma dentro di noi abbiamo già deciso come debbano essere coloro che ospitiamo in casa o nel cuore e quando si permetteranno di non recitare il nostro copione, saranno guai, fischi e critiche.
