
da Dili, TIMOR EST Sì, avete ragione, è una noia parlare sempre di soldi. Il vangelo non dovrebbe essere più “spirituale”? D’altra parte lo Spirito soffia quaggiù, tra le lamiere delle baracche e la polvere della strade, e si occupa di ciò che qui accade. E accade che il mondo è proprio come la parabola, raccontata da Gesù per dire altro, cioè che Dio non paga a ore, ma dona e basta. Il mondo invece no, il mondo paga e pure male. A parità di ore, qui si è pagati dieci volte meno che da noi, ma il costo della vita non è affatto dieci volte inferiore. Ed è così che nasce la povertà. Per cui tu tiri la tua carretta ogni giorno fino a sera, ma non basta. La vita in questa città, strapiena di mercati cinesi, resta per te sempre troppo cara, difficile, incerta. Che ci possiamo fare noi, piccole pedine di un sistema mostruoso? Forse che con un dollaro possiamo cambiar qualcosa? Sì. Perché un dollaro fa la differenza per chi non l’ha. E se è vero e ovvio che non possiamo nutrire tutti, è altrettanto vero ed evangelico che dobbiamo sfamare quelli che incontriamo. La consapevolezza di ciò che accade è il primo passo per la soluzione.
Mt 20,1-16 Gesù disse ai suoi discepoli questa parabola:
«Il regno dei cieli è simile a un padrone di casa che uscì all’alba per prendere a giornata lavoratori per la sua vigna. Si accordò con loro per un denaro al giorno e li mandò nella sua vigna. Uscito poi verso le nove del mattino, ne vide altri che stavano in piazza, disoccupati, e disse loro: “Andate anche voi nella vigna; quello che è giusto ve lo darò”. Ed essi andarono. Uscì di nuovo verso mezzogiorno, e verso le tre, e fece altrettanto. Uscito ancora verso le cinque, ne vide altri che se ne stavano lì e disse loro: “Perché ve ne state qui tutto il giorno senza far niente?”. Gli risposero: “Perché nessuno ci ha presi a giornata”. Ed egli disse loro: “Andate anche voi nella vigna”.
Quando fu sera, il padrone della vigna disse al suo fattore: “Chiama i lavoratori e da’ loro la paga, incominciando dagli ultimi fino ai primi”. Venuti quelli delle cinque del pomeriggio, ricevettero ciascuno un denaro. Quando arrivarono i primi, pensarono che avrebbero ricevuto di più. Ma anch’essi ricevettero ciascuno un denaro. Nel ritirarlo, però, mormoravano contro il padrone dicendo: “Questi ultimi hanno lavorato un’ora soltanto e li hai trattati come noi, che abbiamo sopportato il peso della giornata e il caldo”.
Ma il padrone, rispondendo a uno di loro, disse: “Amico, io non ti faccio torto. Non hai forse concordato con me per un denaro? Prendi il tuo e vattene. Ma io voglio dare anche a quest’ultimo quanto a te: non posso fare delle mie cose quello che voglio? Oppure tu sei invidioso perché io sono buono?”.
Così gli ultimi saranno primi e i primi, ultimi».