
da Tutuala, Valo Sere, TIMOR EST C’è una umanità da incontrare che ci aspetta. Ognuno ha ricevuto il suo invito, il richiamo dell’anima ad andar da questi o da quelli. Il vicino di casa o un po’ più in là, non importa. Ma bisogna andare e non sempre se ne ha voglia. Le relazioni si costruiscono e si alimentano, a volte percorrendo davvero molti chilometri. Ieri mattina siamo partiti in quattro, con due moto e qualche zaino. Da Dili abbiamo raggiunto la punta estrema est, di Timor Est. Lungo il percorso, le tappe erano scandite dalle visite alle famiglie dei giovani che mi accompagnavano. Tra tutti i volti rivisti dopo anni, tra le lacrime e gli abbracci di chi non si capacitava che fossi davvero lì, nella piantagione di cocco, tra le strette di mano e le presentazioni con parenti e bambini, vi regalo uno dei volti più belli. L’ho trovata così, Puiresi, un po’ appartata nel suo praticello. La nipote me l’ha presentata, traducendo in fataluku (qui il tetun non lo parlano tutti). “Perdonami, i miei occhi non riescono a vederti”, mi ha detto. “Io sono fortunato perché posso vedere te”, le ho risposto. Sorridendo ha portato la mia mano alla sua fronte, nel gesto che qui si usa per esser benedetti. Poi ha iniziato a parlare a bassa voce tra sé e sé. Prega, mi ha detto la nipote. E l’abbiamo lasciata fare.
Mt 22,1-14 Gesù, riprese a parlare con parabole ai capi dei sacerdoti e ai farisei e disse:
«Il regno dei cieli è simile a un re, che fece una festa di nozze per suo figlio. Egli mandò i suoi servi a chiamare gli invitati alle nozze, ma questi non volevano venire.
Mandò di nuovo altri servi con quest’ordine: “Dite agli invitati: Ecco, ho preparato il mio pranzo; i miei buoi e gli animali ingrassati sono già uccisi e tutto è pronto; venite alle nozze!”. Ma quelli non se ne curarono e andarono chi al proprio campo, chi ai propri affari; altri poi presero i suoi servi, li insultarono e li uccisero. Allora il re si indignò: mandò le sue truppe, fece uccidere quegli assassini e diede alle fiamme la loro città.
Poi disse ai suoi servi: “La festa di nozze è pronta, ma gli invitati non erano degni; andate ora ai crocicchi delle strade e tutti quelli che troverete, chiamateli alle nozze”. Usciti per le strade, quei servi radunarono tutti quelli che trovarono, cattivi e buoni, e la sala delle nozze si riempì di commensali.
Il re entrò per vedere i commensali e lì scorse un uomo che non indossava l’abito nuziale. Gli disse: “Amico, come mai sei entrato qui senza l’abito nuziale?”. Quello ammutolì. Allora il re ordinò ai servi: “Legatelo mani e piedi e gettatelo fuori nelle tenebre; là sarà pianto e stridore di denti”.
Perché molti sono chiamati, ma pochi eletti».