
da Darwin, Australia Per ogni cosa c’è il suo momento sotto il sole, dice il libro di Qoelet, e purtroppo, sotto il sole cocente di Timor, è giunto il momento di partire. L’aereo si è staccato da terra, Dili è rimpicciolita sotto di me, mentre ancora riconoscevo luoghi e strade. Poi solo il blu del mare. Nel piccolo aeroporto, centoventi ragazzi e ragazze attendevano la partenza per Israele. Lavoreranno la terra nel sud, ai limiti del deserto del Negev. Dal gruppo si staccano tre ragazzine che mi mostrano orgogliose il marsupio e lo zainetto. Pare ieri che li abbiamo comprati insieme, mentre spiegavo loro come vestirsi per volare e dove fosse Israele. Innocenti. Sono persone innocenti. Mentre penso questo, mi giunge dall’Italia il video di un vescovo che, irritato per la mancata nomina a cardinale, a fine messa sbeffeggia il Papa con battute che vorrebbero essere ironiche ma che in realtà schiumano rabbia. Devo tornare in questo mondo, in questa chiesa di otri vecchi? Fortunatamente un ragazzo mi distrae scrivendo: Maromak akompanha pai too iha Italia, il Signore accompagni “pai” fino in Italia. L’innocenza ci salverà. Vino nuovo in otri nuovi.
Lc 5,33-39 I farisei e i loro scribi dissero a Gesù: «I discepoli di Giovanni digiunano spesso e fanno preghiere; così pure i discepoli dei farisei; i tuoi invece mangiano e bevono!».
Gesù rispose loro: «Potete forse far digiunare gli invitati a nozze quando lo sposo è con loro? Ma verranno giorni quando lo sposo sarà loro tolto: allora in quei giorni digiuneranno».
Diceva loro anche una parabola: «Nessuno strappa un pezzo da un vestito nuovo per metterlo su un vestito vecchio; altrimenti il nuovo lo strappa e al vecchio non si adatta il pezzo preso dal nuovo. E nessuno versa vino nuovo in otri vecchi; altrimenti il vino nuovo spaccherà gli otri, si spanderà e gli otri andranno perduti. Il vino nuovo bisogna versarlo in otri nuovi. Nessuno poi che beve il vino vecchio desidera il nuovo, perché dice: “Il vecchio è gradevole!”».