Non sprecarti

Non è immediato capire a chi alluda Gesù quando ci suggerisce di temere non chi uccide solo il corpo ma chi, dopo aver ucciso, ha il potere di gettare nella Geènna. A Gerusalemme, nella valle della Geenna, adiacente al tempio, si usava bruciare i rifiuti. Per questo il suo fuoco perenne era divenuto immagine della condanna delle anime che avevano rifiutato Dio. Ma torniamo a chiedere: chi ha il potere di gettare nella Geenna? Dio o il diavolo? Le interpretazioni sono divise tra chi vorrebbe un Dio buono ma comunque capace di dannare e chi ritiene che questo sia invece un mestiere da diavolo. Tornando al vangelo di ieri, vediamo una terza possibilità senza escludere le altre. Temere Dio e il diavolo, certo, ma c’è pure da temere sé stessi. È anche questo il senso del guai a voi gridato da Gesù a chi, non ascoltando i profeti, si incammina da solo su una strada errata, che porta a sprecar la vita, come un rifiuto gettato nel fuoco della Geenna.

Lc 12,1-7 Si erano radunate migliaia di persone, al punto che si calpestavano a vicenda, e Gesù cominciò a dire anzitutto ai suoi discepoli:
«Guardatevi bene dal lievito dei farisei, che è l’ipocrisia. Non c’è nulla di nascosto che non sarà svelato, né di segreto che non sarà conosciuto. Quindi ciò che avrete detto nelle tenebre sarà udito in piena luce, e ciò che avrete detto all’orecchio nelle stanze più interne sarà annunciato dalle terrazze.
Dico a voi, amici miei: non abbiate paura di quelli che uccidono il corpo e dopo questo non possono fare più nulla. Vi mostrerò invece di chi dovete aver paura: temete colui che, dopo aver ucciso, ha il potere di gettare nella Geènna. Sì, ve lo dico, temete costui.
Cinque passeri non si vendono forse per due soldi? Eppure nemmeno uno di essi è dimenticato davanti a Dio. Anche i capelli del vostro capo sono tutti contati. Non abbiate paura: valete più di molti passeri!».