
Emoziona sempre festeggiare l’evangelista Luca. Nell’ultimo capitolo del suo vangelo narra infatti di una locanda dove, ormai sera, due tristi discepoli invitarono un uomo con cui avevano camminato sin lì. Erano sulla strada verso Emmaus e venivano da Gerusalemme. Durante il cammino gli avevano raccontato i motivi della loro tristezza. Durante la cena l’avevano riconosciuto: era Gesù risorto. Allora avevano corso, al buio, fino a Gerusalemme per dare la buona notizia, che in greco si dice ευαγγελιον, evangelion, vangelo. Evangelizzatori, ecco cosa vogliamo essere, cosa ci è chiesto di essere. Osti della Locanda, al servizio di chi si ferma affaticato, perché se ne vada con più forze. Osti e ospiti ad un tempo, ascoltatori e annunciatori. Perché nessuno può evangelizzare se non è di continuo evangelizzato. E poi si parte, in ogni città e luogo, a dire a tutti che è vicino a noi il regno di Dio.
San Luca Evangelista Lc 10,1-9 Il Signore designò altri settantadue e li inviò a due a due davanti a sé in ogni città e luogo dove stava per recarsi.
Diceva loro: «La messe è abbondante, ma sono pochi gli operai! Pregate dunque il signore della messe, perché mandi operai nella sua messe! Andate: ecco, vi mando come agnelli in mezzo a lupi; non portate borsa, né sacca, né sandali e non fermatevi a salutare nessuno lungo la strada.
In qualunque casa entriate, prima dite: “Pace a questa casa!”. Se vi sarà un figlio della pace, la vostra pace scenderà su di lui, altrimenti ritornerà su di voi. Restate in quella casa, mangiando e bevendo di quello che hanno, perché chi lavora ha diritto alla sua ricompensa. Non passate da una casa all’altra.
Quando entrerete in una città e vi accoglieranno, mangiate quello che vi sarà offerto, guarite i malati che vi si trovano, e dite loro: “È vicino a voi il regno di Dio”».