Perseveranza

Perseverare, dal latino “per severus”, a lungo rigoroso. Non è quindi il colpo di fortuna né il balzo di furbizia con cui si ottiene un successo occasionale. È invece la costante coerenza di idee ed azioni, princìpi e scelte. Con la vostra perseveranza salverete la vostra vita, dice Gesù. Figlia minore della perseveranza è la buona abitudine. La costante ripetizione di azioni che ci fanno bene. Una costanza tale da divenire quasi automatismo, come il battito del cuore. Chi oserebbe mai fermarlo perché batte “solo” per abitudine? Educhiamoci alle buone abitudini, alle sante abitudini che ci salvano dal dover imparare daccapo tutto, ogni volta. Il segno della croce prima di mangiare o passando davanti ad una chiesa o un cimitero, le preghiere quotidiane, la messa la domenica, la moneta al povero sulla strada e quante altre ancora… Sono gesti fatti per abitudine, è vero, ma è più triste abituarsi a non compierli. Sono gesti abitudinari su cui possiamo soffermarci, riflettere e ravvivarne il senso. Come chi, meditando, assume consapevolezza del battito del proprio cuore. E dell’altrui.

Lc 21,12-19 Gesù disse ai suoi discepoli:
«Metteranno le mani su di voi e vi perseguiteranno, consegnandovi alle sinagoghe e alle prigioni, trascinandovi davanti a re e governatori, a causa del mio nome. Avrete allora occasione di dare testimonianza.
Mettetevi dunque in mente di non preparare prima la vostra difesa; io vi darò parola e sapienza, cosicché tutti i vostri avversari non potranno resistere né controbattere.
Sarete traditi perfino dai genitori, dai fratelli, dai parenti e dagli amici, e uccideranno alcuni di voi; sarete odiati da tutti a causa del mio nome. Ma nemmeno un capello del vostro capo andrà perduto.
Con la vostra perseveranza salverete la vostra vita».

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