
Le mie parole non passeranno, dice Gesù. E le nostre? Che ne sarà delle nostre, che ne è? “Ti do la mia parola” sentiamo dire ormai solo nei film, noi che dall’oggi al domani non manteniamo nemmeno l’appuntamento per un caffè. Di cosa parliamo quando ci troviamo insieme? Sappiamo ancora raccontare, farci domande, ascoltare? E poi, la Parola, quella data da Dio: “ti do la mia Parola”. Che rapporto abbiamo con i testi del Vangelo e della Bibbia? Che bello sarebbe scoprire che la parte azzurra dei post della Locanda è più letta di queste parole introduttive.
Lc 21,29-33 Gesù disse ai suoi discepoli una parabola:
«Osservate la pianta di fico e tutti gli alberi: quando già germogliano, capite voi stessi, guardandoli, che ormai l’estate è vicina. Così anche voi: quando vedrete accadere queste cose, sappiate che il regno di Dio è vicino.
In verità io vi dico: non passerà questa generazione prima che tutto avvenga. Il cielo e la terra passeranno, ma le mie parole non passeranno».