Tutte le chiese, un tempo, erano orientate. Erano cioè puntate, come una nave, verso est, verso oriente, verso il sole che sorge. La Chiesa, se è Chiesa, naviga incontro all’alba, attende il nuovo giorno, per ricominciare sempre di nuovo. Non è Chiesa se guarda al tramonto, se vive di nostalgie e ambisce a tornare indietro. I magi vennero da Oriente, vennero avvolti nella luce di un nuovo giorno, nell’alba di una nuova umanità. È l’umanità che cerca Gesù, che ha bisogno di Gesù, e forse non ne è nemmeno consapevole. Eppure cerca, cerca, inseguendo la sua luce. E noi, come Maria, abbiamo un Gesù da manifestare, da far incontrare, da donare ai magi di oggi? Siamo noi stessi epifania di Gesù? E noi, come i magi, lo cerchiamo?
Mt 2,1-12 Nato Gesù a Betlemme di Giudea, al tempo del re Erode, ecco, alcuni Magi vennero da oriente a Gerusalemme e dicevano: «Dov’è colui che è nato, il re dei Giudei? Abbiamo visto spuntare la sua stella e siamo venuti ad adorarlo». All’udire questo, il re Erode restò turbato e con lui tutta Gerusalemme. Riuniti tutti i capi dei sacerdoti e gli scribi del popolo, si informava da loro sul luogo in cui doveva nascere il Cristo. Gli risposero: «A Betlemme di Giudea, perché così è scritto per mezzo del profeta: “E tu, Betlemme, terra di Giuda, non sei davvero l’ultima delle città principali di Giuda: da te infatti uscirà un capo che sarà il pastore del mio popolo, Israele”».
Allora Erode, chiamati segretamente i Magi, si fece dire da loro con esattezza il tempo in cui era apparsa la stella e li inviò a Betlemme dicendo: «Andate e informatevi accuratamente sul bambino e, quando l’avrete trovato, fatemelo sapere, perché anch’io venga ad adorarlo».
Udito il re, essi partirono. Ed ecco, la stella, che avevano visto spuntare, li precedeva, finché giunse e si fermò sopra il luogo dove si trovava il bambino. Al vedere la stella, provarono una gioia grandissima. Entrati nella casa, videro il bambino con Maria sua madre, si prostrarono e lo adorarono. Poi aprirono i loro scrigni e gli offrirono in dono oro, incenso e mirra. Avvertiti in sogno di non tornare da Erode, per un’altra strada fecero ritorno al loro paese.