
La vita è tutto un imparare, uno scoprire e un capire di più. E capire è cambiare idea sulle cose e sugli altri, conoscendoli sempre meglio. Ricordate le parole che ci accompagnano in questi giorni? In mezzo a voi sta uno che voi non conoscete. Io non lo conoscevo. E se non lo conosci, ti orienti con il sentito dire. Da Nazareth può venire qualcosa di buono?, era il detto che circolava allora. Come tutti i giovani, Natanaèle credeva d’essere originale ma ripeteva ciò che sentiva dagli adulti. Non poteva fare diversamente, non avendo il filtro delle proprie esperienze personali. Come tutti i giovani, credeva di conoscere già tutto e tutti, in realtà temeva di non essere compreso. Come fai a conoscermi?, chiede stupito a Gesù. Affascinato da questo rabbì che lo conosce nel profondo, lo sceglie immediatamente come re della sua vita.
Gv 1,43-51 Gesù volle partire per la Galilea; trovò Filippo e gli disse: «Seguimi!». Filippo era di Betsàida, la città di Andrea e di Pietro.
Filippo trovò Natanaèle e gli disse: «Abbiamo trovato colui del quale hanno scritto Mosè, nella Legge, e i Profeti: Gesù, il figlio di Giuseppe, di Nàzaret». Natanaèle gli disse: «Da Nàzaret può venire qualcosa di buono?». Filippo gli rispose: «Vieni e vedi».
Gesù intanto, visto Natanaèle che gli veniva incontro, disse di lui: «Ecco davvero un Israelita in cui non c’è falsità». Natanaèle gli domandò: «Come mi conosci?». Gli rispose Gesù: «Prima che Filippo ti chiamasse, io ti ho visto quando eri sotto l’albero di fichi». Gli replicò Natanaèle: «Rabbì, tu sei il Figlio di Dio, tu sei il re d’Israele!». Gli rispose Gesù: «Perché ti ho detto che ti avevo visto sotto l’albero di fichi, tu credi? Vedrai cose più grandi di queste!».
Poi gli disse: «In verità, in verità io vi dico: vedrete il cielo aperto e gli angeli di Dio salire e scendere sopra il Figlio dell’uomo».
PS Ti ho visto quando eri sotto l’albero di fichi, dice Gesù a Natanaèle. Stare all’ombra del fico era espressione simbolica di “stare sotto la Legge di Dio” come deve fare un vero israelita. Natanaèle insomma era un ebreo credente praticante. Filippo, parlandogli di Gesù, gli aveva detto: Abbiamo trovato colui del quale hanno scritto Mosè, nella Legge, e i Profeti. Natanaèle conosceva bene la Legge di Mosè e i Profeti e infatti, non appena si sente ri-conosciuto da Gesù, lo ri-conosce non solo come rabbì ma gli attribuisce i titoli biblici propri del Messia: Figlio di Dio e Re d’Israele.
Per seguire i Funerali di Papa Benedetto https://youtu.be/PAJZQsGvijk