La forza

Evidentemente la gente lo sentiva, lo percepiva senza tanti ragionamenti: quegli scribi non erano capaci di stare un piedi da soli. Non avevano un loro pensiero, frutto di esperienza, di vita e di sofferenza. Non avevano assimilato col corpo e con la mente la Scrittura e le cose della religione, non erano capaci di raccontarle con un loro stile, con una loro autorità personale. Tutta la loro forza era nel farsi vanto di aver conosciuto questo o quel Sommo Sacerdote, di aver avuto come insegnante il tale rabbì o il tale famoso scriba. Se un dottore della legge chiedeva loro di reggergli un libro, li faceva felici a vita. Se poi conducevano il carro su cui viaggiava, quel viaggio sarebbe stato narrato per generazioni: “mio bisnonno un giorno guidò l’asino di Rav Tizio, di Rav Caio”… Gesù invece non strisciava davanti all’autorità istituita. Gesù serviva. Non si vantava delle sue frequentazioni altolocate, lui andava da tutti. Aveva autorità in sé stesso. L’autorità, la forza, che viene da chi ama e conosce Dio.

Mc 1,21-28 Gesù, entrato di sabato nella sinagoga, a Cafarnao, insegnava. Ed erano stupìti del suo insegnamento: egli infatti insegnava loro come uno che ha autorità, e non come gli scribi.
Ed ecco, nella loro sinagoga vi era un uomo posseduto da uno spirito impuro e cominciò a gridare, dicendo: «Che vuoi da noi, Gesù Nazareno? Sei venuto a rovinarci? Io so chi tu sei: il santo di Dio!». E Gesù gli ordinò severamente: «Taci! Esci da lui!». E lo spirito impuro, straziandolo e gridando forte, uscì da lui.
Tutti furono presi da timore, tanto che si chiedevano a vicenda: «Che è mai questo? Un insegnamento nuovo, dato con autorità. Comanda persino agli spiriti impuri e gli obbediscono!».
La sua fama si diffuse subito dovunque, in tutta la regione della Galilea.