Presentazione di Gesù

A quaranta giorni dal Natale, festa della Luce vera che viene nel mondo, celebriamo ancora Gesù luce delle genti. Domani, festa di San Biagio, protettore della gola, la si benedirà utilizzando due candele della festa di oggi, detta candelora. Ricordo bene di un prete che, stufo di queste “superstizioni”, si rifiutò di celebrarle. All’indomani era totalmente afono, a differenza della gente che di cose quel giorno ne disse molte e somigliavano più a un “ben ti sta” che a una preghiera di guarigione. Ed è questo il punto, il senso della festa di oggi e domani: benedire la voce con la luce. Chiedere il dono di pronunciare ed ascoltare parole illuminanti e illuminate. O piuttosto tacere, piuttosto non ascoltare.

Lc 2,22-32 Quando furono compiuti i giorni della loro purificazione rituale, secondo la legge di Mosè, Maria e Giuseppe portarono il bambino a Gerusalemme per presentarlo al Signore – come è scritto nella legge del Signore: «Ogni maschio primogenito sarà sacro al Signore» – e per offrire in sacrificio una coppia di tortore o due giovani colombi, come prescrive la legge del Signore.
Ora a Gerusalemme c’era un uomo di nome Simeone, uomo giusto e pio, che aspettava la consolazione d’Israele, e lo Spirito Santo era su di lui. Lo Spirito Santo gli aveva preannunciato che non avrebbe visto la morte senza prima aver veduto il Cristo del Signore.
Mosso dallo Spirito, si recò al tempio e, mentre i genitori vi portavano il bambino Gesù per fare ciò che la Legge prescriveva a suo riguardo, anch’egli lo accolse tra le braccia e benedisse Dio, dicendo:
«Ora puoi lasciare, o Signore, che il tuo servo
vada in pace, secondo la tua parola,
perché i miei occhi hanno visto la tua salvezza,
preparata da te davanti a tutti i popoli:
luce per rivelarti alle genti
e gloria del tuo popolo, Israele».

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