Ripetendo e ripostando

Dunque, leggendo bene, li inviò a predicare ma le loro prediche non erano quello che immaginiamo. Le prediche dei Dodici apostoli avevano il potere di scacciare i demoni. Che sarà mai questo predicare con il potere? Con parole potenti, efficaci, con parole che fanno quello che dicono. Con parole che allontanano il male, i demoni dei pensieri cattivi, dei vizi capitali, dei mali oscuri dell’inconscio. Un predicare che dunque è medicinale, guaritore, trasmettitore di forza. Prima di predicare essi stavano con lui. Diversamente, le loro prediche, le nostre prediche, le nostre belle parole, di tutti noi, sarebbero appunto solo parole e solo nostre. Non sue. Siamo tutti predicatori. Continuamente predichiamo dal pulpito dei nostri stati Whatsapp, delle nostre storie Instagram, dai nostri Tweet, dai post di Facebook e dalle foto di Bereal. Predichiamo ripetendo a pappagallo cose dette da altri, con una inefficacia pari al tempo che ci sprechiamo e a quello che non dedichiamo a stare con lui. La predica con potere, qualunque essa sia, si prepara in ginocchio.

Mc 3,13-19 Gesù salì sul monte, chiamò a sé quelli che voleva ed essi andarono da lui. Ne costituì Dodici – che chiamò apostoli –, perché stessero con lui e per mandarli a predicare con il potere di scacciare i demòni.
Costituì dunque i Dodici: Simone, al quale impose il nome di Pietro, poi Giacomo, figlio di Zebedèo, e Giovanni fratello di Giacomo, ai quali diede il nome di Boanèrghes, cioè “figli del tuono”; e Andrea, Filippo, Bartolomeo, Matteo, Tommaso, Giacomo, figlio di Alfeo, Taddeo, Simone il Cananeo e Giuda Iscariota, il quale poi lo tradì.