Beatitudini

Un testo difficile, quello delle beatitudini. Parole che vanno lasciate nel vangelo perché, se estratte e isolate, possono portare lontano. Non sono un inno alla miseria, una visione masochista della vita, quasi che più si soffre meglio si sta. Parole quindi che vanno ascoltate come le ascoltarono i discepoli la prima volta: avvicinandosi a Gesù. Sono una sua confidenza, la confidenza della sua personale esperienza di vita. Lui aveva sperimentato la beatitudine nelle difficoltà più forti e per questo poteva dire beati voi cheAscolta, scarica e diffondi il commento audio qui sotto ⬇️

Mt 5,1-12 Vedendo le folle, Gesù salì sul monte: si pose a sedere e si avvicinarono a lui i suoi discepoli. Si mise a parlare e insegnava loro dicendo:
«Beati i poveri in spirito,
perché di essi è il regno dei cieli.
Beati quelli che sono nel pianto,
perché saranno consolati.
Beati i miti,
perché avranno in eredità la terra.
Beati quelli che hanno fame e sete della giustizia,
perché saranno saziati.
Beati i misericordiosi,
perché troveranno misericordia.
Beati i puri di cuore,
perché vedranno Dio.
Beati gli operatori di pace,
perché saranno chiamati figli di Dio.
Beati i perseguitati per la giustizia,
perché di essi è il regno dei cieli.
Beati voi quando vi insulteranno, vi perseguiteranno e, mentendo, diranno ogni sorta di male contro di voi per causa mia. Rallegratevi ed esultate, perché grande è la vostra ricompensa nei cieli».