I frutti

Non si vendemmia uva da un rovo. Né si raccolgono spine da una vite. Eppure noi mutiamo, mille volte al giorno mutiamo. Non capiamo perché, ma accade. Vorremmo non fosse così, vorremmo essere come gli alberi, certi d’essere o buoni o cattivi. Invece no, è sempre tutto in forse e il mattino non sai se la sera avrai ancora fede, se avrai reso il mondo migliore o peggiore al tuo passaggio. Non resta che allentare l’attenzione sui frutti, non badarci più. Non resta che curare le radici, farle affondare nella roccia che è Dio, nel vangelo che sostiene il mondo. Aggrapparsi al vangelo, prenderlo come unica regola di vita. Se la radice è bene ancorata, i frutti buoni verranno da sé.

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Lc 6,43-49 Gesù disse ai suoi discepoli:
«Non vi è albero buono che produca un frutto cattivo, né vi è d’altronde albero cattivo che produca un frutto buono. Ogni albero infatti si riconosce dal suo frutto: non si raccolgono fichi dagli spini, né si vendemmia uva da un rovo.
L’uomo buono dal buon tesoro del suo cuore trae fuori il bene; l’uomo cattivo dal suo cattivo tesoro trae fuori il male: la sua bocca infatti esprime ciò che dal cuore sovrabbonda.
Perché mi invocate: “Signore, Signore!” e non fate quello che dico?
Chiunque viene a me e ascolta le mie parole e le mette in pratica, vi mostrerò a chi è simile: è simile a un uomo che, costruendo una casa, ha scavato molto profondo e ha posto le fondamenta sulla roccia. Venuta la piena, il fiume investì quella casa, ma non riuscì a smuoverla perché era costruita bene.
Chi invece ascolta e non mette in pratica, è simile a un uomo che ha costruito una casa sulla terra, senza fondamenta. Il fiume la investì e subito crollò; e la distruzione di quella casa fu grande».